
Il mondo del silenzio (introduzione e incipit)
Il silenzio non consiste soltanto nel fatto che l’uomo smette di parlare.
Il silenzio è più della semplice rinuncia alla parola, più di un semplice stato nel quale l’uomo possa trasporsi quando meglio l’aggrada.
Certo, dove finisce la parola inizia il silenzio. Ma non inizia perché cessa la parola; inizia in quanto solo allora diventa manifesto.
Il silenzio è un fenomeno a sé stante.
Non è dunque identico alla soppressione della parola, né è qualcosa di ridotto , ma è qualcosa di intero, di sussistente per sé e di creativo come la parola; del resto il silenzio plasma l’uomo come la parola, sebbene in misura diversa.
Il silenzio appartiene alla struttura fondamentale dell’uomo. […]
L’uomo è uomo grazie alla parola, non grazie al silenzio. La parola prevale sul silenzio. Ma la parola deperisce se perde la connessione con il silenzio. Perciò sia reso nuovamente manifesto il mondo del silenzio, oggi occultato, non per amore del silenzio, ma per amore della parola.
Può sembrare strano che servendosi della parola si possa parlare del silenzio. Ma tale meraviglia nasce solo se si concepisce il silenzio come un non-essere, come un nulla. Il silenzio è invece qualcosa di esistente, una realtà, e la parola può pronunciarsi su ogni realtà.
La parola e il silenzio si implicano reciprocamente: la parola sa del silenzio come il silenzio sa della parola.
I°
Il silenzio non è qualcosa di negativo, non equivale semplicemente al non parlare, è invece alcunché di positivo, è un intero mondo a sé stante.
Il silenzio è grande semplicemente perché esiste; è e già solo in questo suo esistere è grande, la sua grandezza risiede nella sua pura esistenza.
Non vi è né inizio né fine del silenzio, esso sembra provenire dai tempi in cui tutto era ancora quieto essere, è come un essere increato, perpetuo.
Quando il silenzio è presente sembra che non vi sia stato nient’altro che silenzio.
Dove il silenzio è presente, l’uomo è osservato dal silenzio; esso osserva l’uomo più di quanto l’uomo non lo osservi. L’uomo non mette alla prova il silenzio, ma è quest’ultimo a mettere alla prova l’uomo.
Se non si può immaginare un mondo in cui non vi sia altro che la parola, si può invece concepire un mondo abitato soltanto dal silenzio.
Il silenzio ha tutto in sé, non è in attesa di nulla, è sempre interamente presente e dove appare riempie sempre interamente lo spazio.
Il silenzio non si sviluppa né aumenta nel tempo, è piuttosto il tempo a crescere nel silenzio. E’ come se il tempo fosse stato seminato nel silenzio, come se il tempo sbocciasse nel silenzio; il silenzio è il suolo nel quale il tempo raggiunge la sua pienezza.
Max Picard (tratto da “Il mondo del silenzio”. Prima edizione italiana 1951)
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