Occhiali

Occhiali

Chi l’avrebbe mai detto, a volte basta poco per sembrare diverso. Gli anni passano per tutti e i primi segni dell’età che avanza iniziano a dare indizi inconfutabili, piccoli cedimenti fisici che, a volte, richiedono un piccolo aiuto. Non c’erano dubbi, stava proprio bene con i suoi nuovi occhiali da vista, sembrava addirittura un’altra persona. Il giudizio medico non lasciava scampo: miopia con leggero astigmatismo. A sentirlo parlare, sembrava che gli fosse caduta addosso un’altra, ulteriore, sciagura; una delle tante che si trascina addosso da tempo immemore, forse ancor prima di venire a questo mondo. Credo avesse un dono, quello di portare il suo bagaglio di sfortune con dignità: a volte, a sentirlo parlare di se, sembrava piuttosto lamentoso e pesante; mentre in altre si prendeva in giro da solo, parlando dell’ultima beffarda vicenda che gli era accaduta con conseguente tragico epilogo. Intendiamoci, niente di così grave a cui si possa quasi sempre porre rimedio, ma lui era quello che vedeva sempre il bicchiere mezzo vuoto, era fatto così…

Il giorno in cui decise di acquistare gli occhiali da vista, si alzò presto al mattino, si sistemò la barba incolta con la forbice, si fece una doccia calda, mise il vestito migliore e uscì. Scelse con cura il negozio, da qualche giorno si informava tra colleghi di lavoro e amici che portavano abitualmente gli occhiali: dove gli avevano acquistati, perché avevano scelto quel determinato negozio, e un mucchio di altre domande. A tal punto che, quando lo vedevano arrivare con la sua mole da bue muschiato, lo evitavano inventandosi scuse anche poco plausibili ai limiti del surreale. Entrò nel negozio e passò in rassegna tutti i modelli esposti sugli espositori appesi alle pareti, anche i modelli con la montatura da lettura e da sole. Rifiutò educata timidezza, l’aiuto della commessa, che restò a guardarlo con perplessità e timore, con quanta parsimonia e ossessione guardava e provava uno dopo l’altra, le montature che gli sembravano più idonee al suo viso e al proprio gusto. Infine, come se avesse trovato il celeberrimo Sacro Graal, scelse ciò che riteneva più giusto per se. In effetti, non stava cercando solo un paio di occhiali, ma qualcosa che potesse completare la sua personalità, un estensione del proprio Io. Il giorno seguente arrivò in ufficio con indosso i suoi nuovi occhiali e, nonostante si sforzasse di essere disinvolto, restammo colpiti del cambiamento che un piccolo accessorio potesse fare. Mi accorsi di quanto fossero tutti uguali quelli portati da altri colleghi, quasi tutti con la montatura nera, o comunque scura, con le lenti di forma più o meno squadrata. I suoi avevano la montatura rossa, con una riga orizzontale oro sulle stanghette, le lenti tonde con la parte superiore della montatura oro e rossa tutto il resto. La barba sistemata, la pettinatura all’indietro e un vestito con i colori abbinati in modo appropriato, avevano messo in mostra finalmente il cigno in tutta la sua bellezza. Mi venne subito in mente Ferrè, lo stilista, anche se il suo portamento non era ancora molto elegante, ma nell’insieme sembrava già una persona diversa. Gli occhiali ebbero la magia di migliorarne il profilo, nascondendo la gobba che aveva nella parte alta del naso, utile per appoggiarceli sopra, evitandone lo scivolamento verso il basso nel caso si fosse chinato in avanti. Anche lo sguardo migliorò parecchio grazie alle lenti, gli occhi non avevano più quell’aria dimessa da cane bastonato. La magia andò oltre le aspettative: iniziò ad uscire con le donne, il lavoro andò sempre meglio, incrementò la fiducia in se stesso e le sue qualità. Forse, aveva iniziato a vivere la vita di un altro, non più la sua. Si era spinto troppo oltre il confine del suo giardino, oltre quella siepe che la sua anima sapeva di non dover oltrepassare.

Questa sera piove, ma l’acqua che scende sui miei vestiti e come se non ci fosse. Mi avvicino mal volentieri, a piccoli passi, al luogo indicato dalla polizia. Non dovevo e non volevo essere qui stanotte. Il mio numero di telefono trovato nel suo portafogli. Una telefonata. L’ansia. La corsa fino a qui. Mi spiegano cosa è successo: un marito troppo geloso, un coltello che salta fuori, la tragedia. Vedo qualcosa che luccica sul marciapiede in una pozza d’acqua: sono i suoi occhiali nuovi. Intatti. Senza farmi vedere, li metto in tasca. L’unico ricordo che mi resterà di lui.

(Racconto del 23/04/2014).

Pietro

Related Posts

Storia Zen

Storia Zen

L’incontro

L’incontro

L’uomo che scambiò sua moglie per un cappello. (frammento)

L’uomo che scambiò sua moglie per un cappello. (frammento)

Il Dono

Il Dono