
Racconti
Storia Zen
Un giorno, sulle montagne in un tempio zen, un discepolo si avvicinò al suo maestro che stava seduto in contemplazione del paesaggio. «Maestro, qual'è la differenza tra ascoltare e sentire?» Gli domandò. Il maestro, senza distogliere lo sguardo dal panorama, rispose: «Scendi verso valle e dove il torrente forma una piccola cascata, siedi sulla riva e medita.» Il discepolo ringraziò e dopo aver preparato poche cose, partì immediatamente alla ricerca del luogo indicato dal maestro. Trascorsi tre giorni e tre notti, arrivò sulla riva del torrente ai piedi di una cascata e, senza perdere tempo, si mise subito seduto in meditazione. Trascorsero venti giorni e il discepolo fece ritorno verso il tempio. Al suo arrivo, si recò subito dal maestro, impaziente di raccontare la sua esperienza. «Dimmi, hai compreso la differenza tra l'ascolto e il sentire?» Domandò il maestro. Il discepolo iniziò a raccontare, con dovizia di particolari, dei suoni, le sfumature dell'acqua del torrente, del rumore di ogni goccia; dello scorrere del torrente, di come cambia il mormorio tra la notte e il giorno. Il rumore dei pesci che talvolta saltavano fuori dall'acqua. Il maestro ascoltò ogni parola del suo racconto, attento e preciso del discepolo e alla fine rispose: «Sali verso la cima della montagna, dove troverai la prima neve, siedi e medita.» L'entusiasmo del discepolo si acquietò, ringraziò il maestro e partì subito per la cima della montagna. Trascorsero tre giorni e tre notti, prima di arrivare a calpestare la prima neve. Li vicino trovò una grossa pietra piatta, si sedette e iniziò a meditare. Rimase per quasi quaranta giorni prima di fare ritorno al tempio. Una volta fatto ritorno, andò a cercare subito il maestro e si postrò ai suoi piedi in segno di saluto. «Dimmi, hai compreso la differenza tra l'ascolto e il sentire?» Domandò il maestro. In risposta alla domanda, iniziò a raccontare con attenzione ai dettagli, dell'ascolto di ogni suono della montagna. Il rotolare delle rocce giù dal pendio, la voce del vento che cambia a secondo della direzione da cui soffia, lo stridere dell'aquila, il fischio della marmotta, il gracchiare dei corvi e l'ululare dei lupi. Il maestro ascoltò ogni parola del racconto del discepolo e, quando finì di parlare, rispose: «Cammina nella direzione dove il sole volge al tramonto, c'è una foresta di rododendri, troverai una grotta, siedi e medita.» Il discepolo deluso e ammareggiato, salutò il maestro e immediatamente partì per il luogo indicato. Trascorsi tre giorni e tre notti di cammino, giunse alla foresta e iniziò a cercare la grotta. Non fu una lunga ricerca, entrò nella caverna e si mise nella posizione del loto a meditare. Trascorsero cinquanta giorni quando riaprì gli occhi, gli sembrò che la luce avesse uno splendore diverso. Prese le sue poche cose e s'incammino verso il tempio. Arrivò di prima mattina e, senza fretta, cercò il maestro. Lo trovò seduto in contemplazione, lo salutò con un profondo inchino e si sedette al suo fianco, in silenzio. Dopo qualche ora, il maestro gli chiese: «Dimmi, hai compreso la differenza tra l'ascolto e il sentire?» «Resto in ascolto di me stesso e sento nella mia mente crearsi il vuoto. L'uomo ascolta, ma non sente il silenzio che tutto copre.» Rispose il discepolo. Sul suo viso apparve un sorriso. I suoi dubbi svanirono e raggiunse l'illuminazione. (Pietro A. 2 Marzo 2024) Immagine da archivio personale.
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