
Confucio (I dialoghi)
Non mi affliggo di non essere conosciuto dagli uomini, mi affliggo di non conoscere gli uomini.
Colui che mette in pratica gli antichi insegnamenti e (ciò facendo) ne impara di nuovi può considerarsi maestro.
Studiare senza meditare è inutile, meditare senza studiare è pericoloso.
O Yu, vuoi che t’insegni che cos’è la sapienza? Ciò che sai riconosci di saperlo, ciò che non sai riconosci di non saperlo. Questa è sapienza.
La vera conoscenza sta nel conoscere il livello della propria ignoranza.
Solo il caritatevole è capace di amare e di odiare gli uomini.
Ogni uomo eccede secondo la sua classe. Osservate tali eccessi e saprete se è caritatevole.
Il saggio non sostiene e respinge nulla al mondo: segue ciò che è giusto.
Il saggio volge il suo pensiero alla virtù, l’uomo volgare ai comodi. Il saggio pensa alle sanzioni penali (temendole), l’uomo volgare ai favori (desiderandoli).
Quando vedete un uomo virtuoso, proponetevi di eguagliarlo; quando vedete un uomo senza virtù, esaminatevi nel vostro intimo.
Finché il padre e la madre sono in vita non viaggiate in luoghi lontani. Se viaggiate (perché costretti), deve esservi una destinazione (stabilita e nota).
Sono pochi coloro che sbagliano usando moderazione.
Se il temperamento ha il sopravvento sulla cultura, si è rustici; se la cultura ha il sopravvento sul temperamento, si è manierati. Se temperamento e cultura si mescolano nella giusta misura, allora si è saggi.
A chi è al disopra dell’uomo mediocre si può rivelare alti princìpi: a chi è al disotto dell’uomo mediocre non si può rivelare alti princìpi.
Il sapiente si compiace del fiume, il caritatevole si compiace della montagna. Il sapiente è attivo, il caritatevole è quieto. Il sapiente vive contento, il caritatevole vive a lungo.
Mangiare cibi grossolani, bere acqua pura e farsi cuscino del braccio piegato: la gioia è anche frammezzo a ciò. Le ricchezze e gli onori illecitamente acquistati, per me sono come nuvole fuggenti.
Se viaggiassimo in tre (io, un uomo buono e un uomo cattivo), di sicuro avrei dei maestri: dall’uno prenderei ciò che ha di buono e lo seguirei, dall’altro ciò che ha di cattivo e mi emenderei.
Vi sono alcuni che agiscono senza saperne il perché: io non faccio così. Ascoltare molto e, scelto ciò che vi è di buono, uniformarvisi; vedere molto e tenere tutto a mente. È il secondo grado della sapienza.
Il saggio è soddisfatto e tranquillo, l’uomo volgare è sempre pieno di preoccupazioni.
Un uomo che ama il coraggio e detesta la povertà crea disordini, un uomo privo di carità crea disordini quando è molto detestato.
Studiate come se (la conoscenza) fosse irraggiungibile, come se temeste di perderla!
Il saggio perfeziona le qualità migliori dell’uomo, non le peggiori. L’uomo volgare fa tutto l’opposto.
Nel periodo dell’astinenza si faceva un obbligo di vestire abiti chiari di tela, di mangiare cibi diversi (cioè si asteneva dal vino e dalla carne) e in casa di cambiare i posti dove era solito stare.
Il riso preferiva che fosse puro e le carni triturate che lo fossero finemente. Non mangiava riso andato a male (per il caldo o l’umidità) e inacidito o pesce non fresco o carne guasta. Né mangiava cibi di brutto colore o di cattivo odore o non cotti a puntino o fuori stagione. Non mangiava nemmeno la carne tagliata male o che non avesse il condimento adatto. Anche se v’era molta carne, non consentiva che avesse la prevalenza sul riso. Solo al vino non poneva limite, ma non giungeva all’ebrietà. Non si cibava di vino o di carne secca comprati al mercato. Non si faceva mancare vivande condite con lo zenzero (perché si riteneva che questo schiarisse l’intelligenza ed eliminasse le impurità). Non mangiava troppo. Quando assisteva ai sacrifici del principe, non conservava la carne oltre la notte (affinché non si disperdesse il favore degli esseri spirituali); quella dei sacrifici domestici la conservava non più di tre giorni: dopo tre giorni non la mangiava (poiché la considerava guasta). Mentre pranzava non discorreva, né parlava quando era coricato nel letto. Anche se faceva un modesto pasto di zuppa di legumi o di verdure, non mancava di fare l’offerta con tutto rispetto.
Pensieri tratto da “I Dialoghi di Confucio (Lun Yü)” Traduzione dal cinese di Fausto Tomassini. Ed. UTET. Immagine dal web.
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